Chi Siamo

Il Cardo dal 1988

Il Cardo è una cooperativa sociale ad oggetto plurimo (gestione di servizi socio-santari ed educativi e di inserimento lavorativo) senza scopo di lucro, costituita nel 1988, che investe ogni giorno gran parte delle sue forze e risorse per rendere la sua comunità territoriale aperta, capace di cura e accompagnamento, consapevole e responsabile dal punto di vista sociale e ambientale. L’attività della cooperativa si contraddistingue per il forte rapporto con le comunità di riferimento e si realizza in collaborazione assidua con scuole, amministrazioni, associazioni di volontariato e culturali e tutto il mondo cooperativo. Tale connotazione è stata anche oggetto di ricerca, nel triennio 2019-2021, nel caso studio dal titolo “Educazione sociale e di comunità” dell’Università Bicocca di Milano (a breve è prevista la pubblicazione della ricerca).

L’azione de Il Cardo coinvolge territorialmente le comunità da Capo di Ponte a tutta l’alta Valle Camonica e supera ogni confine grazie alle proprie iniziative culturali.

La cooperativa si occupa di educazione, cura, cultura e ambiente offrendo servizi socio-assistenziali e socio-sanitari per persone con disabilità, interventi di prevenzione, formazione e laboratori per adulti e minori, assistenza educativa domiciliare per minori, gestione spazi di aggregazione di bambini e ragazzi, progettazioni comunitarie, produzioni culturali, prodotti editoriali, sperimentazioni di tipo agricolo e recupero di terreni incolti, inserimento lavorativo di persone svantaggiate.

All’interno del bilancio sociale, pubblicato nella pagina Amministrazione Trasparente, trovate le informazioni aggiornate sulla comunità allargata de Il Cardo composta da soci, dipendenti, volontari e un gruppo sempre crescente di autori (illustratori, poeti, musicisti, scrittori, artisti) che lavorano costantemente perché ogni diversità sia una risorsa per tutti.

La Mission
Il Cardo è una cooperativa sociale che vuole contribuire a rendere la sua comunità territoriale capace di cura e di accompagnamento delle diversità.
Dove Siamo
Il Territorio in cui opera la Cooperativa si estende da Capo di Ponte a Edolo, sede della Cooperativa, e da Edolo a Ponte di Legno e Corteno Golgi.

Le persone come soggettività, come valore e diritto, come ponte per socializzare, uscire, riconoscere, riconoscersi.

La comunità come luogo solidale, reciproco, capace di accogliere e valorizzare, integrare.

I servizi come lo strumento per rispondere, con qualità, competenza ed economia al bene comune della comunità

L’innovazione e il cambiamento per leggere percorsi, risorse ed esigenze nuove nella comunità.

Secondo danilo e michela da zeus! n 47

La Storia
della Cooperativa

La fondazione della cooperativa del Cardo è stata nel 1986-1988: hanno fatto la cooperativa Il Cardo per sapere come andava avanti, perché è una bella cosa. Costruita nel 1988, la casa in via Treboldi l’avevano costruita gli operai (quelli che avevano anche il casco di sicurezza), poi i “pionieri” hanno fatto la cooperativa. I primo di settembre del tempo medievale è stata costruita la cooperativa e la presidente era la Elena Fanetti, che era quella che comandava una volta. Era una persona brava e buona.
Faceva la psicologa ma tanto tempo che non passo più a salutarla. Il diurno dei disabili è nato nel 1989: Cardo e CGIL, CISSL e USSL si sono messi d’accordo per fare bene le cose.
Cardo serviva per stare insieme, per lavorarci dentro, per continuare e fare il lavoro di educatori: educatore di coscienza. Se uno ha la coscienza ha la testa a posto, se non ha la testa a posto non può fare l’educatore.
Mi ricordo che si ascoltava la radio (si cambiavano le frequenze e si ballava), ci si sedeva sul divano a riposare e si faceva il mezzopunto con la Luisa. Si faceva la doccia lì se c’era bisogno: c’era un bagno di quelli per tutti, regolare. C’era un obiettore che stava là nella sua stanza da solo quando era stanco.
Le coppe erano belle, le facevo tanti anni e tempi fa. Le facevamo al Cardo in via Treboldi, dove c’è il Canti. Il Canti è una ditta. Si facevano giù di sotto, con gli operatori e anche gli animatori. Si prendeva il bicchiere, si facevano le coppe di colore oro, d’argento, e di metallo acciaio.
Anch’io facevo le coppe ma non ero troppo portata per quel mestiere perché non mi piaceva star lì a perder tempo e non essere seguita da nessuno. Come attività non era adatta a me ma serviva, sia per stare impegnati, sia per venderle.
In quel periodo si andava a fare il “verde”, in giro per le piazze, con il Sergio Lazzarini. Andavamo a pulire le aiuole, c’era un mucchio e migliaia di aiuole, che andavamo a pulire con la forbice e il decespugliatore.
Si facevano anche i cestini, ma non ero portata: ero troppo lenta, nel senso che non ero svelta e precisa a fare le cose. Però l’attività era utile perché si vendevano a chi voleva comprarli: noi li facevamo, qualcuno li comprava.
Facevamo le feste estive, per l’estate, la primavera, l’autunno e anche per i emone grandissi o, dolo e al ca salgiai a un popiace vato, carne e patate. Era pieno zeppo, stracolmo di gente.
Là era bello ma eravamo alle strette, perché non si riusciva più a star dentro. Il posto era piccolo, c’era giù il parquet verde. Abbiamo eliminato là e siamo venuti in villa Mara. L’ha comprata il Gianpiero De Toni, perché eravamo in affitto in via Treboldi, e poi è andato in pensione e ha fatto del bene a tutti con la Mosella, che mi è rincresciuto che non c’è più. Al Cardo la Mosella faceva tante cose per noi e raccoglieva i premi per la lotteria.
La Villa Mara mi piaceva come albergo ma mi piace anche come Cardo. E questo è un bel posto. C’erano migliaia di alberi, infiniti, in giardino. Abbiamo chiamato gli operai per fare i muri di cemento armato. Qui c’era il servizio diurno per disabili, solo al primo piano. Han disboscato tutto, hanno fatto tutti i lavori. Li ha fatti la Stefania Perlotti, la vedevo che andava avanti e indietro ma davanti a casa mia non è mai passata.
Che poi io ero a Breno ed è venuta mia sorella Elena a prendermi. Con i ponteggi neri anche verdi, abbiamo dovuto puntellare, per fare le camere della comunità alloggio. La comunità alloggio è stata aperta nel 2001/2002. L’ha aperta il Cardo: servizio domiciliare. Una soddisfazione! L’hanno aperta per starci dentro a vivere. C’era Sandro Fenaroli come presidente e la Flora. Lo SFA quando è arrivato è andato dove c’è adesso la cucina ma si è trasferito in via Adamello, perché qua era troppo piccolino, non ci stavamo dentro e non si poteva ingrandirlo: sarebbe stato un peccato. La casa dello SFA l’hanno costruita gli operai, i muratori. Hanno fatto fatica e hanno tribolato, ma siccome dovevano andare avanti hanno continuato e alla fine la casa dello SFA l’hanno finita e accomodata. Lo SFA serve per andare a lavorare il giorno e la mattina, e chi si ferma la notte si ferma nell’Appartamento Protetto. L’appartamento serve per abitare, l’hanno fatto perché a differenza degli altri hanno cognizioni differenti, io per esempio non ce la farei mica a stare in un appartamento: c’è il pericolo che mi faccia del male e mi trovi pentito. Dopo il Fenaroli è diventato presidente Giuseppe Capitanio, un bell’uomo. Mi piace e deve tenere duro sempre per portare avanti la carriera. Tira avanti lui il Cardo e viene tutti i giorni a parlare col Marco e ci visita i bronchi e i polmoni e anche le gambe perché è un dottore del corpo umano. Il corpo umano è una persona che è fatta di carne, nervi e ossa e di tutto quello che abbiamo noi. Ha fatto dei bei lavori per noi e ha costruito la Ludoteca e lo Spazio Autismo. A scuola bisogna andare per imparare a fare i compiti e il Cardo andava a scuola per fare le cose giuste con i bambini problematici, poveri cristi, mi rincresce. I bambini: li hanno obbligati a venire al Cardo. Se non ci fossero come faremmo? La ludoteca è tipo come il cinema Verdi, una struttura che adoperiamo noi. La ludoteca serve per andare d’accordo dopo scuola per imparare a fare i compiti, giocare insieme tutti quanti: speriamo siano sempre piccolini, se non ci fossero mi rincrescerebbero.

I Presidenti

Elena Fanetti

1988 - 1992

Giampiero De Toni

1993 - 1995

Stefania Perlotti

1995 - 2001

Sandro Fenaroli

1992 - 1993 * 2001 - 2008

Giuseppe Capitanio

dal 2008

I Soci Fondatori

Mosella Festa

Carlo Donati

Elena Fanetti

Alessandro Fenaroli

Iole Tosana

Giuseppina Panzarini

Pierangela Mariani

Giovanna Frizza

Paolo Modenese

Cecilia Mottinelli

Delfina Comensoli

Gianbattista Pezzucchi

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