Premessa
Dopo aver partecipato all’edizione di Contexto 2017, mostra di arte contemporanea che si svolge da quattro anni a Edolo, curata da Casa Testori, ci siamo proposti al Comune per organizzare un Fuori Contexto, uno spazio autogestito che vivesse per tutta l’estate 2018 parallelamente all’edizione ufficiale.
Il curatore ci ha assegnato le ex prigioni di Edolo, luogo pieno di suggestioni e di dolore e noi del Cardo, indistintamente diventati The Cardists, ci abbiamo buttato dentro tanta vita, molto rispetto e tutta l’energia della libertà.
L’approccio è stato quello di sempre: fare esperienze insieme agli altri, cercare di non essere banali, osare, moltiplicare i linguaggi allargando e condividendo subito il pensiero su quel luogo.
The Cardists ci hanno messo testa e braccia, anche per la manovalanza necessaria a fare le cose, ma tutto questo non sarebbe successo senza la generosità di Sara Donati, Elena Turetti e Sara Rendina che hanno messo a disposizione loro stesse, il loro mondo, la loro rete; di tutti i Cardi che hanno collaborato e degli ospiti che hanno deciso con noi di scommettere che sarebbe successo qualcosa di interessante tra quelle mura.
Cosa è successo
Per l’inaugurazione abbiamo preso al volo due musicisti giapponesi che avevano fatto un po’ di confusione sulle date del loro tour europeo, e l’effetto è stato subito straniante. Giovanni Gari dopo l’inaugurazione lo ha raccontato così per Zeus!:
Venerdì sera siamo andati a vedere un concerto di un chitarrista giapponese chiamato Degurutieni. Questo concerto l’hanno fatto nelle prigioni di via Cesare Battisti, nella Edolo vecchia. Il musicista suonava musica del Giappone e cantava in lingua giapponese, la musica era un po’ forte e un po’ piano. Era la prima volta che vedevo un giapponese, almeno, a Edolo era la prima volta che vedevo un giapponese suonare. Aveva in testa un cappello marrone ed era vestito molto elegante. La luce rossa mi ha un po’ colpito e un po’ mi ha lasciato l’amaro in bocca perché nelle prigioni non le avevo mai viste queste luci rosse.
La partenza della rassegna di Contexto coincideva invece con la presa della Bastiglia, 14 luglio, così, con megafono, rastrelli e forconi, abbiamo guidato l’assalto, liberato l’unica prigioniera dalla cella femminile, la cantante Laurianne Langevin, e festeggiato con la sua voce la libertà.
Pronti, via
Da qui è cominciata realmente la nostra avventura e il nostro fare i conti con quel luogo decadente e pieno di fascino e storie. Con Sara Donati abbiamo deciso di colorare l’ingresso di giallo e di farlo diventare il raccoglitore di tutti i diversi linguaggi che si sarebbero vissuti e sperimentati tra quelle mura.
La musica è stata tutta una discesa, dallo spazio sono arrivati i Superinvaders rompendo la barriera del suono poi i RMS che hanno avuto il calore di chi gioca in casa, passando per gli strumenti fatti a mano dei cantautori di Rifondazione Sbindulista, al game boy di Frash Pikass, il ritorno improvviso con un live estemporaneo di Ustahiad, lo swing di Celia and The Bricks, l’intensità struggente di Totò Zingaro e la turbante ingegneria del suono dei WK 569.
Sono passati in tanti a Fuori Contexto, turisti, cittadini di Edolo e della Valle e soprattutto artisti: dalle sequenze di numeri di Nicola Ballarini alla stampa dei Mook, arrivati da Roma; dalle pratiche di evasione di Elena Tognoli a Elena Turetti che con i The Cardists ha allestito l’Urlo; tutti fan della rivista venuti non per farsi vedere ma per fare qualcosa in quel luogo, un’esperienza con noi e con chi ci stava.
Poi le nostre invenzioni: i ritratti del carcerato che vedete in questo numero; le tessiture di Tramando la fuga, le Cartoline dalle prigioni e l’intaglio del legno… tutti laboratori progettati dai nostri operatori che hanno coinvolto in modo magistrale la comunità.
Così come il racconto illustrato del presidente Giuseppe Capitanio e del fotografo Emilio Ricci che ci ha riconciliato con il territorio e le montagne che ci circondano.
La parola poi è tornata selvaggia prima con Elena Turetti e i suoi albi illustrati e con il Reading di Zeus!, un classico che ha fatto tremare i teatri italiani con Davide
Fumagalli e gli Angioletti Trio (feat Giovanni Gari e Michela Ivanov). Questi ultimi si sono messi a servizio anche di un nostro autore, Franco Parolari e delle sue sperimentazioni poetiche. Tutto sold out, ovviamente.
Ma pure con il teatro di Antonello Scarsi sulla prima guerra mondiale e la presentazione del libro Il silenzio di Auschwitz di Enrico Mottinelli che ci hanno fatto piombare a capo chino tra le due guerre, un omaggio alla nostra testa, all’oggi, e allo spazio che ci ha ospitato.
Fuochi di artificio infine con la sorpresa dell’arrivo della scrittrice Giusi Quarenghi che ci ha lasciato non solo l’editoriale di questo numero ma anche le parole giuste che hanno dato un senso profondo al lavoro quotidiano di incontro con l’altro. Giusi, prima di tornare a casa ha scritto sul muro “nessuno che manca è il paradiso” e, a quel punto, le ex carceri hanno volato e son diventate un luogo di resistenza e libertà.
Ed è proprio la libertà di questi mesi che Sara Donati ha voluto rappresentare con un grande ballo collettivo ridisegnando e rileggendo, insieme ai The Cardists, quella grande scatola gialla spogliata di tutti i segni di chi era passato a Fuori Contexto.
Così quello spazio di sole ombre, tornato vuoto, si è visto animato dai cartonati di molti dei protagonisti di questa edizione insieme a chi c’era alla serata di chiusura, l’ultima magia!
(in realtà la penultima… perché solo in pochi al mattino hanno trovato l’ultimissimo commovente e ironico atto d’amore, fuori contexto, creato nella notte da Sara Rendina e Riccardo Federici).
Grazie, infine, a tutti coloro che hanno messo dentro un piede o infilato la testa, anche solo con la curiosità di chiedere ‘che fate?’, è stata l’estate che sognamo ogni inverno.
Marco Milzani
Vedi lo speciale Zeus! n 77
Per approfondire: